Tessitura e lana cotta

L'arte della filatura: le origini
Attorno al fogolâr, la sera, dopo aver compiuto tutti gli impegni diurni, si riuniva la famiglia. Il nonno tramandava ai nipoti racconti folkloristici ed avventure della sua vita, la nonna e la mamma cucivano, rammendavano, facevano a maglia o filavano. Le giovani fanciulle venivano avviate ai lavori femminili alla luce del fuoco, delle candele o del “lum di pin“, un pezzetto di pino o altra essenza legnosa intriso di resina e fatto ardere come una candela economica. La filatura era un compito femminile svolto in casa e molto spesso era anche momento di socialità. Molto comune era l’attività della filatura della canapa e del lino in casa con le conocchie apposite. La lana, dopo la tosatura delle pecore era soggetta a lavatura e cardatura ed era utilizzata in tessitura e per i capi fatti a maglia. Lino e canapa richiedevano invece un lungo ciclo di lavorazione dalla loro semina alla coltivazione e raccolta; dopo un periodo di maceratura, per separare la parte legnosa, gli steli venivano lavati, asciugati e gramolati per liberare la fibra utile. I fasci ottenuti, dopo la pettinatura, con pettini di varia dimensione per eliminare ulteriori impurità e raffinare il prodotto a seconda dell’uso, erano pronti per essere filati. Gli strumenti base per trasformare in filo i ciuffi di lana, canapa o lino erano la rocca e il fuso (rocje e fûs). La filatrice, assicurato un ciuffo (pennecchio / pangèl) sulla rocca ne sfilava la fibra collegandola col fuso che, con movimento rotatorio, completava la torcitura avvolgendo al contempo su di sé il filo ottenuto. Il filo, mediante l’arcolaio (corli), veniva poi svolto in matasse per consentirne la lavatura, la tintura e la predisposizione per la tessitura. Nel tempo l’introduzione del filatoio (corlète), agevolò il lavoro delle filatrici affiancandosi all’uso di fuso e rocca che garantivano un prodotto di migliore qualità. Tra gli attrezzi della filatrice le rocche sono l’oggetto più caratteristico e non a caso la tradizione le vuole come un dono di fidanzamento noto con il nome di "gugjet": sono realizzate con un legno duro e leggero e decorate a intaglio, intarsio, pittura; spesso recano date, scritte, simboli. La rocca a forcella è funzionale al sostegno delle fibre corte, lana in particolare. La rocca “a palla”, per le fibre lunghe, termina in punta con pinnacoli, piccoli campanili e altro che ne sottolineano lo slancio. Il rigonfiamento che la contraddistingue spesso contiene semi secchi, palline o minuscoli sonagli che col loro suono accompagnavano il lavoro delle filatrici.
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De Antoni Carnia - Prodotti in lana cotta
La Famiglia De Antoni ha costruito qui la sua storia, una storia che continua ancora oggi grazie alla passione di Maria Teresa De Antoni per la lana, per i colori e le sfumature ottenute con sapienti intrecci nella ricerca della morbidezza, dell'unicità, della qualità dei capi. Giacche e gilè da uomo, donna e bambino, mantelline, pianelle, coperte, piccoli arazzi ed altro ancora. Una produzione dalle caratteristiche uniche che solo l'incontro tra i materiali naturali (come il cashmere, l'angora e il mohair), la paziente lavorazione a mano e la tecnologia possono dare. I capi vengono tessuti a telaio e successivamente bolliti in un rapporto corretto di acqua pura e temperatura costante. Si ottiene così la lana cotta dalla caratteristica consistenza che, asciugata al sole e stirata a mano diventerà impermeabile e resistente nel tempo. Nel segno della qualità viene realizzato artigianalmente, dall'ideazione alle rifiniture.

Silvia Di Piazza - Hand Tufting
Nel suo laboratorio - atelier a
Comeglians, Silvia Di Piazza produce tappeti
personalizzati 100% made in Italy, realizzati uno ad uno
artigianalmente con la tecnica Hand Tufting, dall’inglese tuft (ciuffo) dando vita a tappeti morbidi e soffici inserendo ciuffi di filati all’interno di un supporto in tessuto. La lavorazione prevede l’ iniziale realizzazione di una bozza su carta, in
seguito si trasferisce il disegno sul retro di un telo teso sul telaio. Con una
pistola specifica si inseriscono i fili di lana nel telo seguendo il disegno e
i colori previsti nella bozza. Appena completata questa lavorazione, il retro
del telo viene rivestito con uno strato di lattice in gomma naturale, mentre il
lato frontale del tappeto va tagliato e rasato per rendere la superficie
uniforme. Il vantaggio dell’ Hand Tufting permette di comporre creazioni uniche
e personalizzate completamente su misura e su disegno del committente.