Case e palazzi storici

Palazzo De Gleria
Povolaro, XVIII sec.
Il palazzo datato 1768 possiede un carattere veneto ed apparteneva ad una famiglia di commercianti - cosiddetti Cramars - tra Baviera e Carnia. Da non perdere il meraviglioso giardino all'italiana.
Sull’apice della chiave di volta del portone principale, è presente uno scudo nel quale sono scolpite le iniziali del primo proprietario B(iasio) D(e) G(leria) , la data di costruzione dell’edificio “1768” ed il simbolo dei Cramars. Ai lati della porta finestra sotto il timpano si trovano due quadranti di orologio di cui uno dipinto, da cui il nome anche di “Casa degli orologi”.
Il palazzo aderisce all’ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane ed è visitabile su appuntamento.
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Casa dal Boter
Povolaro, XVI - XVII sec.
Finalmente riaperta al pubblico dopo un lunghissimo lavoro di restauro che ne ha riportato alla luce le numerose stratificazioni evidenziando la lunga vita dell'edificio, le cui origini si possono far risalire alla fine del 1500. La casa, ora divenuta sede dell'Associazione Giorgio Ferigo, viene utilizzata per mostre e conferenze.
E' composta da due edifici adiacenti, di cui quello a nord è il più piccolo. L'edificio principale si eleva su due piani più sottotetto. Con il recente intervento di restauro sono emerse numerose tracce del nucleo originario che presentava un portico al piano terra oggi tamponato. La facciata fronte strada è caratterizzata da un balconcino aggettante in legno, mentre la parete laterale presenta un bifora con colonnina in pietra ed un alto cornicione a guscia. Gli angoli del fabbricato sono evidenziati da conci in pietra.


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Casa dalle cento finestre
Palazzo Micoli - Toscano ( 1836 ) Mione di Ovaro
Il palazzo, realizzato dall'architetto pordenonese Giovanni Battista Bassi per i "Toscjans", la famiglia Toscano, giunta in Friuli dalla Toscana per sfuggire alla peste, è oggi conosciuto come "La casa delle cento finestre" (esattamente ce ne sono ben 107).
La famiglia Toscano si imparentò successivamente con la famiglia Crosilla e Micoli. Nel 1836, i fratelli Giovanni Angiolo e Giovanni Francesco Micoli Toscano, fecero costruire la loro nuova abitazione nella quale poi, quasi un secolo più tardi nell’agosto del 1926, alloggiò per una notte il principe ereditario Umberto di Savoia, in visita nei territori di confine. Grazie alla sua posizione dominante si pone subito allo sguardo di chi giunge ad Ovaro. La struttura dell'edificio, dalle facciate bianche, segnate dalle aperture regolari delle finestre e dal tetto verde smeraldo, è un esempio di casa padronale alpina, che richiama quella delle Ville Venete. Il complesso del palazzo comprende un ampio giardino ed un fabbricato rurale, lo "stalon".
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