Bosco di Gracco nella Val Degano

Il bosco bandito di Gracco è ubicato sulla sinistra orografica della Val Degano ed è facilmente individuabile dalla statale della valle. Quest'ultimo sovrasta infatti la variopinta frazione di Rigolato, dalla quale prende il nome, ed è circondato da una fitta foresta di abeti. Si tratta di una fitta fustaia disetanea, comprendente cioè piante di età diverse, in cui il faggio (Fagus sylvatica) rappresenta l'essenza dominante. Il bosco comprende alcuni esemplari di notevoli dimensioni dai tronchi contorti, il più grande dei quali (circonferenza 4,10 metri, altezza 31 metri, età circa 200 anni) si trova al margine della mulattiera lastricata che attraversa il bosco. L'interesse del bosco è sia di ordine storico - ambientale, sia naturalistico.
Nella consuetudine locale è infatti un bene non alterabile, con un importante funzione di paramassi, e rappresenta un raro esempio di bosco prossimo al climax, ovvero di bosco che ha raggiunto una stabile situazione di equilibrio che potrebbe modificarsi solo al mutare delle condizioni climatiche. I boschi della Carnia sono talmente rigogliosi che sembra quasi che non abbiano mai avuto bisogno di essere protetti, circondati, tutelati. La più grande wilderness italiana in realtà deve la sua rigogliosità oltre che alle condizioni climatiche favorevoli, anche all’applicazione di una selvicoltura naturalistica che ne rispetta le caratteristiche e peculiarità e alle tutele che iniziarono ad essere applicate già dal 1475 dalla Serenissima Repubblica di Venezia. All’epoca la minaccia di un’invasione ottomana era sempre più incombente, e così venne vietato il taglio degli alberi di rovere, il cui legname era pregiatissimo e perciò destinato alla flotta del Doge. Per lo stesso motivo fu vietato l’abbattimento di aree dove cresceva legname da foglia per ricavarne terreni coltivabili. Così, nel 1849 fu compilato il catasto dei boschi: c’erano i boschi delle comunità locali, il cui legname poteva essere utilizzato dalle famiglie residenti, i boschi privati e i boschi di San Marco, ad uso esclusivo della Serenissima: i boschi proibiti, il “bosc bandit” come dicevano gli abitanti del posto. Venezia fece confinare ben 47 boschi carnici e impose il monopolio su tutti i roveri esistenti. Il bosco di Gracco ha una meravigliosa faggeta che in autunno si tinge d’oro e di rosso fuoco ed il cui verde in primavera illumina le peccete circostanti.
E’ affascinante passeggiare tra i tronchi dei vecchi faggi, quando il sole filtra tra i rami, osservarne le forme modellate dalle intemperie mentre i piedi affondano nello spesso tappeto di foglie e dove, verso la fine dell’estate, spuntano profumati e succulenti porcini… un’esperienza che si può fare solo in Carnia!
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